A chi non piace dipingere alzi la mano. Sin da bambini, forse perché siamo italiani, una delle materie che più ha  modellato la nostra immaginazione è il disegno.  Alle scuole elementari quello artistico, alle medie si inizia con quello tecnico.

Siamo un popolo talmente tanto plagiato dall’arte del disegno e della pittura che continuamente, al telefono , al lavoro, nei momenti di tensione come in quelli di relax, abbiamo mandato le nostre penne dal terapeuta per i circoli, i triangoli , gli alberi, i soli, le nuvole che hanno dovuto ripetere migliaia e migliaia di volte.

C’è poi chi sceglie la pittura come forma di lavoro, in maniera del tutto sconsiderata, data la considerazione e la gratificazione economica che fornisce. Forse proprio perché siamo permeati di arte-il 60% del patrimonio artistico mondiale è nella penisola e siamo il paese europeo con il maggior numero di paesaggi naturali differenti-, che ci scordiamo quanto valga un bel dipinto.

Quindi un consiglio a chi ha questa vocazione: espatriate. In America intorno a sassi del 1700, garantisco io, ci costruiscono centri commerciali. Roma sarebbe un solo immenso negozio seguendo questa logica. Battute a parte, la pittura oggi ha degli alleati o, volendo, dei nemici. Perché si può dipingere su uno schermo di un computer, già da un pò, e ultimamente in maniera molto performante anche su schermi più piccoli.

Il digital paintings è un fenomeno che pian piano sta emergendo, figlio naturale della programmazione di altre opere artistiche-cinema e architettura su tutte- attraverso l’uso di uno schermo. Personalmente l’ho provato, e se da una parte probabilmente toglie qualcosa allo sporcarsi le mani di tempera, dall’altra consente evoluzioni che difficilmente si potrebbero ottenere in pochi secondi su una tela. Anche in questa situazione siamo di fronte all’annosa domanda: è solo una contaminazione artistica momentanea, o è la via del futuro?

Di fronte a questo tipo di domande c’è chi si chiude, difende giustamente la propria preparazione, così’ come succede ancora oggi con gli amanti dell’analogico in fotografia(che però di questo passo rischiano tra pochi anni di saltare la prima-le macchine reflex- e la seconda-la via che sta portando alla fotografia 3.0- rivoluzione dell’immagine).

C’è anche chi invece prova a sperimentare, non rinnegando la camera oscura ma cercando di arricchire i propri mezzi di espressione abbracciando le innovazioni tecniche. Non esiste una via migliore. Ogni soluzione è buona sino a quando gratifica chi compone. Parafrasando una metafora del Vangelo, non è l’uomo fatto per l’arte, ma l’arte fatta per l’uomo. Provate però, se avete tempo e voglia, a scaricare qualche applicazione di Pittura Digitale.  Date sfogo alla vostra fantasia e alle vostre capacità-se ne avete! Poi rivolgetevi a fabbriche specializzate nella stampa, e chiedete per le vostre opere quella su vetro. Se ci mettete una firma importante sotto, diranno che l’opera è geniale. Comunque avrete un’opera veramente vostra e sinceramente artistica.

Simone Lettieri

http://simonelettieri.blogspot.com