Non parlo della 44 Magnum, nè del gelato.

Naturalmente mi riferisco all’agenzia fotografica più famosa al mondo.

Il libro edito da Contrasto sulla storia dei fondatori e di tutti i fotografi che ne hanno fatto parte, è un must che qualsiasi appassionato di fotografia non può evitare di “mangiare”.

Perchè in fondo è come un buon pasto o un buon vino. Qualcosa che da piacere e va assaporato a piccoli morsi (o sorsi). Ogni fotografo porta con se storie di vita talmente ampie che meriterebbe una stella nell’hall of fame delle belle arti.

Il minimo comun denominatore è la passione del racconto per immagini accostato al viaggio. E la etereogenità degli artisti in questione.

Senza nessun tipo di retorica, bastano un paio di biografie con relative foto (mai più di 5 o 6), per avere già un occhio differente sul creato.

Nonostante la maggior parte degli scatti e dei vissuti si riferiscano all’era analogica, non c’è mai la sensazione di vivere qualcosa di passato. Al contrario, il sentimento è quello di bypassare un’era senza averne colto appieno il messaggio. C’è molta più polpa nei pionieri della fotografia, perchè le difficoltà che avevano a livello tecnico e comunicativo giocoforza li spingeva ad approfondimenti della realtà vivendola da dentro. E da dentro significa a contatto estremo con le situazioni che sentivano di voler esplicitare al mondo.

Non è possibile scegliere il migliore. Il più curioso, personalmente, sopratutto per l’impatto dei suoi scatti è Chien-Chi Chang.

Americano nato a Taiwan, come pochi riesce ad avvicinarsi, a stare dentro le situazioni che fotografa. Tanto realista da allestire mostre con foto a grandezza naturale. I temi trattati: un ospedale psichiatrico di Taiwan, e la situazione degli immigrati cinesi a New york. Quest’ultime foto sono del 1998. Se gli date un’occhiata, non lo direste mai.

Simone Lettieri

www.simonelettieri.com