Prendo spunto dal bell’articolo pubblicato ieri da Dario Aloja, in cui si discute la risoluzione della fotocamera utilizzata dal Curiosity Rover in missione su Marte per segnalarvi una mia “elucubrazione” su un problema diverso ma connesso: il colore delle fotografie inviate dal pianeta rosso.

In breve, la NASA ha pubblicato un articolo nel quale di discute il bilanciamento del bianco delle fotografie inviate dalla sonda spaziale: un’operazione certamente necessaria per permettere agli scienziati terrestri di vedere sotto una luce familiare le scene inviate dal pianeta. A una lettura attenta, però, ho trovato alcune affermazioni poco convincenti e le ho discusse qui.

L’argomento non è fine a se stesso: anche se ovviamente esistono metodi assai sofisticati per portare a termine le osservazioni scientifiche in maniera corretta, penso che anche l’aspetto “reale” del pianeta, al di là della suggestione, abbia il suo peso. E non si tratta di un problema semplice da risolvere: quali sono le condizioni atmosferiche su Marte? Come possono influenzare la temperatura di colore media della luce? La polvere rossa in sospensione nell’atmosfera può avere un impatto su ciò che la fotocamera registra? Ma, soprattutto, si tratta di condizioni estreme o comunque paragonabili con ciò che i nostri occhi sono abituati a vedere, tra l’alba e il tramonto, sulla Terra?

Le risposte non sono ovvie: ma se c’è anche solo un minimo di similitudine tra le due condizioni di osservazioni, possiamo essere praticamente certi che quello che vedremmo con i nostri occhi su Marte non è ciò che la NASA ipotizza.

Un articolo leggero e un po’ provocatorio, che potete trovare, appunto, sul mio blog.