Di questa camera già si è parlato su questo sito (vedi ad esempio Fujifilm X-Pro1: scatto geniale, ottica intercambiabile e sensore innovativo che imita il “full frame” , Esclusivo: com’è fatta una Fujifilm X-Pro1 – occhio e cuore all’avanguardia in un corpo un po’ retrò ) ma, possedendola ormai da quasi un anno, credo di poter esprimere qualche ragionata valutazione di utilizzo. All’acquisto sono stato spinto da alcune recensioni trovate sui quotidiani. Incuriositomi sono andato subito in rete a cercare qualcosa di più significativo (ad esempio il post Fujifilm X-Pro1 in-depth review su DPreview) e rapidamente ho deciso. In effetti da tempo desideravo qualcosa che mi assicurasse una risoluzione paragonabile al “pieno formato” e insieme andavo cercando un qualcosa che permettesse di alleggerire il carico nelle mie amate camminate in montagna. Dopo una rapida prova in negozio e la successiva analisi degli scatti al PC, munito di sorriso da orecchio a orecchio, sono corso ad acquistarla. E, già che c’ero, ho preso il tris di obiettivi dedicati a focale fissa.

Ho cominciato ad utilizzarla in tutte le occasioni con grande soddisfazione: la qualità delle immagini è davvero superba sino ai 3200 iso con una magnifica intensità del colore ma sempre unita ad una straordinaria trasparenza. Voglio dire: più colore ma non più saturazione, non saprei bene come esprimere il concetto ma alla prova il comportamento diventerà subito chiaro. L’assenza di rumore è certe volte quasi imbarazzante, con un risultato che per una foto tende addirittura all’artificiale, come se ci trovassimo davanti ad un supporto tinteggiato ad aerografo, tanto che mi sono trovato a pensare di introdurne un pò in fase di post produzione  soprattutto su cieli azzurri o fondi colorati piuttosto uniformi. Insomma: massima soddisfazione riguardo la qualità dell’immagine, con tutti e tre gli obiettivi! Riporto qui alcuni scatti esemplificativi (e con una piccola concessione ad una autogratificazione dell’ego . . .)  necessariamente a bassa risoluzione

Strombolicchio

Untitled

Passiamo adesso all’altra faccia della medaglia, dai “pro” ai “contro” e qui troveremo una giustificazione del titolo. Si perché la reattività generale della macchina è decisamente bassa: mi riferisco all’accensione, ma anche, soprattutto, all’autofocus. Che, tra l’altro, in certe condizioni mostra anche una notevole incertezza, mettendosi ad oscillare tra due possibili posizioni di fuoco, andando per un pò a tentoni prima di trovare un suo equilibrio. In questi casi verrebbe da pensare che la cosa migliore sia quella di passare al fuoco manuale (l’abbiamo usato per così tanti anni, perchè no?) e qua si scopre un altro problema: il comando del fuoco non è di tipo meccanico. Girando la ghiera si agisce su un attuatore, a sua volta piuttosto lento, il cui effetto è difficilmente percepibile quando siamo in fase di regolazione fine. Non bello, davvero! Con l’ultimo aggiornamento del firmware si è un pò rimediato con  la possibilità di avere sul visore un significativo ingrandimento del’immagine, però, devo dire la verità, ancora non riesco a trovarmici a mio agio.

Altri problemi, sebbene minori, riguardano la durata piuttosto modesta della batteria (a macchina accesa, se ci fate caso, sentirete continuamente intervenire apertura e chiusura del diaframma per la regolazione della luminosità del visore), la non perfettamente comoda posizione del pulsante di sgancio quando si deve sostituire obiettivo, la scomodità del sistema dei paraluce (tra l’altro dotati di un tappo di gomma destinato a perdersi immediatamente).

Conclusioni: se avete voglia di comprarla, fatelo! Non ve ne pentirete. Ma sapete già che non è la macchina adatta per foto sportive o comunque dove la rapidità è la priorità. Se invece vorrete usarla per situazioni rilassate vi ripagherà con gli interessi di quanto avete speso. In fondo si tratta forse di adottare una mentalità, forse a volte un pò snob e aristocratica, analoga allo slow food. Una fotografia non di cattura ma di “immersione”.