Subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, forte era l’istinto di ogni operatore dei media a comunicare ciò che succedeva nel mondo.

Henry Cartier-Bresson(proveniente dal mondo della pittura e sostenitore della fotografia come dipinto dell’attimo ), Robert Capa (fotoreporter meno sofisticato ma molto più presente sui campi di guerra), David Seymour, di origine polacca, ritrattista e poi fotografo, George Rodger, segnato dai campi di concentramento che lo allontanarono dalle zone di guerra per concentrasi sul naturalismo africano, Maria Eisner, originaria di Milano e già attiva negli anni trenta con una delle prime agenzie fotografiche professionali, ed infine Rita Wandivert, la prima presidentessa dell’agenzia, fondarono la MAGNUM.

L’agenzia nasce con lo scopo di proteggere il diritto d’autore, con la proprietà delle immagini che rimangono al fotografo e non ai magazine.

Questa è però la motivazione formale dei fondatori. In realtà, come lo stesso Cartier-Bresson afferma, la MAGNUM ” è un insieme di pensieri, una qualità umana condivisa, una curiosità su ciò che succede nel mondo, rispetto verso la realtà e la volontà di trascriverla visivamente”.

Appartenere alla MAGNUM è un pò come vincere l’Oscar per un attore.

E non è impossbile. L’agenzia ha quattro sedi –New York e Londra prima, Parigi e Tokyo poi-, dove, dopo la presentazione di un portfolio, nel caso di accettazione si viene affiancati per un biennio da un fotografo “della casa” per poi divenire membro permanente.

In tutto hanno lavorato nell’agenzia “a tempo indeterminato” ottantadue fotografi, dal 1947 ad oggi. Di questi, tre italiani: Ferdinando Scianna, Paolo Pellegrin e Alessandra Sanguinetti.

Non è lo showbusiness platinato di Hollywood, ma un mix di arte , coraggio e cronaca che da 65 anni disegna il mondo.

Simone Lettieri

www.simonelettieriblog.com