Cari amanti della tecnologia oggi vi voglio parlare di un app per smartphone che ha destato non poco malumore tra gli androidiani e come vedremo non solo tra di loro.

L’oggetto in questione è il Carrier Iq nato “ufficialmente” per risolvere problemi legati al funzionamento degli smartphone, ma che nella “sostanza” invia anche dati sensibili, ivi compresi i dati di login, le password di accesso, che si rendono quindi disponibili a chi potrebbe decidere di usarle e da qui che è nato (direi giustamente) il polverone tra i fruitori del web mobile in quanto tramite Carrier Iq le varie case produttrici di smarthphone hanno registrato ad insaputa dei loro clienti i loro dati sensibili.

La  scoperta di questo caso aziendale è stata fatta da  uno   sviluppatore statunitense Trevor Eckhart che ha infatti rilevato nel proprio smartphone Android HTC EVO un componente software in grado d’intercettare informazioni e dati presenti al sui interno e memorizzarli in file log.

Da qui la grande “fuga” da parte delle grandi aziende del settore che stanno cercando in tutti i modi di smarcarsi da questa “falla”.

Schermata di esempio client Carrier IQ

Apple dice di aver usato il rootkit (ma solo in modalità diagnostica) in passato ma di aver interrotto il supporto a partire da iOS 5, Google rassicura di non avere alcun rapporto con Carrier IQ e che la natura “open source” di Android impedisce loro di avere il pieno controllo su quello che i carrier o i produttori OEM combinano con il sistema.

HTC rivelache il rootkit è un obbligo richiesto da “un certo numero di carrier USA” e quindi la responsabilità va addossata a questi ultimi, RIM dichiara di non pre-installare il rootkit né di autorizzare i carrier a installarlo sui suoi BlackBerry stessa dichiarazione anche da parte della Nokia.

Andando nello specifico come ogni accadimento negativo del genere anche in questo caso c’è chi fa la parte dell’accusa e chi quello della difesa,questi ultimi rappresentati  naturalmente dall’azienda produttrice dell’app  si difende  dichiarando l’infondatezza delle voci che accusano di violazione della privacy Carrier iq che secondo i “maligni” registrebbe i dati personali degli utenti durante la navigazione nel web attraverso gli smartphone mentre secondo la difesa  l’app servirebbe a misurare meglio le prestazioni delle app in uso nel cellulare disinteressandosi dei  dati dei possesori dei cellulari di ultima generazione.

Sul fronte dell’accusa il senatore americano Al Franken ha lanciato il mese scorso un ultimatum ai produttori di Carrier IQ chiedendo di essere informato su quali e quanti dati vengono registrati,quali e quanti società hanno accesso ai dati e quali e quanti leggi federali statunitensi l’app in questione potrebbe aver infranto per questa presunta violazione della privacy.

Oltre all’america anche Il garante per la Privacy italiano Francesco Pizzetti conferma di aver aperto un’istruttoria per analizzare meglio questa situazione a dir poco imbarazzante ed a seguire anche il garante tedesco Thomas Kranig ha convocato Apple per vederci meglio su questa app.

Ultima tegola per i produttori di Carrier IQ e per le aziende di telefonia che la utilizzano(Samsung e HTC) sono le cause legali Multi-milionarie in arrivo,voci dicono che il risarcimento per ogni giorno che si è navigato in internet sia di 100 dollari.

Guai in vista….

Fonte:punto-informatico.it

Otino La Palombara

Copywriter & Digital Pr