Da Tutti Fotografi gennaio 2012

Come funziona l’autofocus ibrido di Nikon J1

Nella Nikon J1 è implementato un nuovo sistema di messa a fuoco automatica definito ibrido, perché utilizza sia il sistema a rilevamento di fase che quello a rilevamento di contrasto

Il sistema AF a rilevamento di fase della Nikon 1

L’autofocus a rilevamento di fase è quello normalmente implementato sulle fotocamere reflex. Prima Fuji ed ora anche Nikon sono riuscite ad implementarlo all’interno del sensore immagine CMOS della fotocamera, cosicché è possibile disporre di questo sistema AF anche in assenza dello specchio reflex. Vediamo come funziona.

Normalmente ogni microlente del sensore immagine concentra tutta la luce su un singolo elemento sensibile. Se però questo elemento sensibile viene diviso in due parti la luce proveniente dalla parte sinistra dell’obiettivo e quella proveniente dalla parte destra raggiungono due elementi sensibili distinti. E’ quindi possibile comparare le immagini formate dalla parte destra e da quella sinistra dell’obiettivo. In pratica è il sistema di funzionamento del telemetro.

Quando le due immagini coincidono il soggetto è a fuoco, quando invece appaiono spostate una rispetto all’altra il soggetto è fuori fuoco. A seconda della direzione e dell’ampiezza dello spostamento (in base alla focale dell’obiettivo), è possibile definire la distanza del soggetto e quindi correggere opportunamente la messa a fuoco dell’obiettivo.

Nikon ha poi aggiunto un sistema che migliora ulteriormente la messa a fuoco.

Quando l’obiettivo è notevolmente fuori fuoco è difficile identificare lo spostamento delle due immagini prodotte dal sistema AF, soprattutto se esse vengono prodotte da un obiettivo di grande apertura; in tal caso il sistema AF interviene chiudendo progressivamente il diaframma in modo da generare due immagini più nitide, grazie alla maggiore profondità di campo; le immagini risultano quindi più facilmente analizzabili.

Purtroppo la necessità di utilizzare un diaframma piuttosto chiuso e soprattutto le piccole dimensioni dei due “mezzi pixel” fanno sì che il sistema funzioni efficacemente solo in situazioni di media e alta luminosità.

Per le basse luci diventa necessario ricorrere al più tradizionale sistema a rilevamento del contrasto.

Il sistema AF a rilevamento del contrasto

In questo caso occorre che la fotocamera esegua numerose misurazioni variando la messa a fuoco dell’obiettivo; il sistema analizza poi le immagini e sceglie tra di esse quella dotata di maggiore contrasto, ovvero quella più a fuoco; a questo punto imposta la messa a fuoco nella posizione appropriata.

E’ dunque un metodo preciso, perché non richiede alcuna taratura dell’obiettivo o della fotocamera, ma piuttosto lento perchè deve cercare per tentativi la direzione dello spostamento; il sistema è tanto più veloce quanto più elevato è il numero di letture al secondo.

Questo sistema può arrivare ad una buona sensibilità, ovvero può lavorare con soggetti poco illuminati, purché l’obiettivo montato sulla fotocamera sia di buona luminosità, ovvero abbia una grande apertura di diaframma.