Rodolfo Namias è uno dei padri della fotografia italiana; poderoso anche il suo lavoro di scrittore, circa trenta volumi, ognuno frutto di lunghi studi, tra cui la più nota è l’Enciclopedia Fotografica, tradotta in varie lingue estere.

Tra le sue ricerche, il processo di cinematografia Technicolor non è che una applicazione della scoperta del prof Namias sulla fissazione dei colori con mordenti metallici.

Altra notevole scoperta fu la Resinotipia: sistema basato su un nuovo principio di trasformazione artistica dell’immagine fotografica.

Editrice Progresso ha pubblicato in forma digitale la settima edizione del 1922 dell’Enciclopedia Fotografica, e il #1 de Il Progresso Fotografico del 1894:

http://www.fotografia.it/trecorsi.aspx

Le antiche tecniche ai tempi del digitale

Con la sola eccezione del bromolio, le tecniche antiche richiedono la stampa a contatto con un negativo di grande formato. Ebbene, sta diventando sempre più difficile reperire anche la necessaria pellicola piana bianconero!

L’evoluzione informatica – non ho usato il termine “rivoluzione” perché ormai è un dato di fatto – sta invece sfornando mezzi sempre più potenti sia software (Photoshop, Lightroom) che hardware (stampanti), i quali consentono di produrre degli ottimi negativi a partire da un file, ottenuto tramite una fotocamera digitale o una scansione.

Il software consente di intervenire sull’immagine apportando tutte quelle modifiche che prima si eseguivano manualmente sul negativo (ad esempio spuntinatura, mascheratura, indebolimento localizzato, ecc.). Soprattutto, è possibile modificare l’intera gamma dei grigi per adeguare alla perfezione il negativo al processo di stampa, visto che con le Antiche Tecniche il controllo del contrasto è piuttosto limitato.

A questo riguardo, esistono almeno due testi sulla produzione di un negativo digitale (da non confondere con lo standard DNG introdotto da Adobe):

Making Digital Negatives for Contact Printing di Dan Burkholder. Prima edizione nel 1995, seconda nel 1999. Costo $ 38,95.

Si veda  il sito internet www.danburkholder.com/Pages/main_pages/book_info_main_page1.htm

Precision Digital Negatives for Silver & Other Alternative Photographic Processes di Mark Nelson. Del 2004, in CD comprendente il testo in PDF e una serie di immagini di provini e fogli Excel per il calcolo, costa $ 75. È attesa una seconda edizione aggiornata, con calcolo semplificato delle curve e adatta anche per i processi positivi.

Nelson ha recentemente ottenuto il brevetto per questo sistema (US 7,085,490 del 1/8/2006 e reperibile nel sito dei brevetti americani), che può considerarsi il più completo ora esistente.

Rispetto al sistema di Burkholder, che forza i livelli perché l’immagine venga stampata al meglio ma riducendo quindi di fatto il numero di grigi rispetto ai 256 originali, quello di Nelson prevede l’individuazione di un tono di colore che consente di ottenere il nero massimo senza distorcere eccessivamente i livelli di grigio.

www.precisiondigitalnegatives.com/

Esempi dettagliati di come si prepara un negativo digitale (stile Burkholder) si trovano in

http://unblinkingeye.com/AAPG/DigiNegs/Overview.html

http://www.kcbx.net/~mhd/2photo/outneg/outneg.htm

Da Progresso Fotografico Serie Oro 4: Le antiche tecniche ai tempi del digitale

http://www.fotografia.it/redirector.aspx?request=shop_dettaglio&uid=3404

In versione ebook

http://www.fotografia.it/redirector.aspx?request=shop_dettaglio&uid=3664

 

Dida

Dal sito Austin Alternative Process Group

http://unblinkingeye.com/AAPG/index.html

come preparare dei negativi digitali, di Gary Nored

FOTO 1

A) Immagine di partenza

B) Con l’applicazione della curva Van Dyke Brown

C) Negativo

D) Con l’applicazione della curva Van Dyke Brown

FOTO 2

La palette dei livelli per un tipico negativo Van Dyke Brown

FOTO 3

La curva Van Dyke Brown usata da Gary Nored